Secondo una ricerca Eyetrack del 2007 i lettori di contenuti online si soffermano a leggere un articolo per il 77% della sua lunghezza, mentre i lettori di testi tradizionalmente stampati su carta ne leggono il 62%. Quella che è sicuramente una buona notizia per chi scrive contenuti online va subito ridimensionata tenendo conto dell’infinita quantità di offerte testuali a disposizione sulla rete (chi acquista un giornale è motivato a leggere il più possibile da quello stesso giornale, sul web si può liberamente passare da un articolo a un altro).
Ciò significa che scrivere un articolo destinato ai mezzi digitali implica una diversa serie di tecniche per catturare l’ attenzione del lettore, facilitarne la lettura e trattenerlo per il tempo necessario a trasmettergli l’essenziale. Questi aspetti si possono riassumere in tre punti: chiarezza del contenuto, organizzazione del testo, pulizia dell’impatto grafico.
La chiarezza del contenuto. Già nel 1997 Jakob Nielsen aveva centrato in pieno, suscitando un certo scalpore, la soluzione alla domanda su come gli utenti leggessero le pagine web; la sua risposta era, semplicemente: non lo fanno. L’utente online medio, infatti, non legge tutto il testo di una pagina, ma lo scorre, lo “scansiona”, cerca le informazioni principali e magari i link che gli servono per navigare su altri siti e approfondire solo ciò che gli interessa. Come evitare di scrivere inutilmente? La risposta è una sola: brevità. In questi anni sta avendo molto successo un mezzo come Twitter, dove si possono esprimere concetti esclusivamente nel limite dei 140 caratteri (e per molto tempo anche Facebook aveva un sistema di limitazione di lunghezza degli status): basta essere incisivi, originali e sintetici e anche nello spazio di un tweet la nostra comunicazione può avvenire nel modo più efficace. Frasi brevi e punteggiatura strutturata aiutano la leggibilità. Un altro metodo comprovato per ottimizzare l’espressività del nostro testo è quello della piramide rovesciata: se il tempo di lettura di un fruitore diventa sempre più breve, è bene dargli tutte le informazioni principali subito (possibilmente nel primo paragrafo), e poi man mano che il testo procede inserire dettagli minori o storie laterali.
L’organizzazione del testo. Se si passa da una modalità di lettura estesa a una di lettura selettiva significa che il lettore deve avere la percezione immediata di com’è strutturato un testo, ovvero di come esso distribuisce le informazioni. Più un articolo è diviso in sezioni e sottosezioni, ognuna indicata con titoli e sottotitoli, più sarà facile per lui individuare con immediatezza il punto del testo su cui deve soffermarsi per ottenere ciò che gli serve.
Molto spesso link non solo esterni ma anche interni all’articolo, che rimandano cioè ad altri punti della stessa pagina o alle altre pagine in cui il testo è frammentato, agevolano la navigazione e tengono l’utente ancorato alla lettura. Ancora più utile è utilizzare strumenti come gli elenchi puntati, le liste, le immagini e le didascalie che aiutano una distribuzione più strutturata delle informazioni e uno scorrimento più immediato e mirato.
Lo stile grafico. Una controparte fondamentale di una buona organizzazione del testo è sicuramente offerta dall’aspetto grafico del testo stesso. Un articolo va curato graficamente in modo da evidenziare visivamente la coerenza e la distribuzione del contenuto: il primo approccio che il lettore ha con una pagina è sicuramente l’impatto visivo e dunque questo deve essere già un elemento che lo aiuta ad orientarsi nella navigazione attraverso le informazioni. Non solo dobbiamo scegliere delle font che siano coerentemente espressione di ciò che vogliamo dire (un testo serio e istituzionale difficilmente sarà redatto in Comic Sans), ma l’alternanza di varie font ci permette di scandire il testo utilizzando ad esempio un carattere per i titoli, un altro per i sottotitoli e un altro ancora per il corpo principale. A ciò si aggiunge la possibilità di personalizzare ulteriormente una stessa font: se il corsivo è di solito impiegato per far immediatamente saltare all’occhio titoli di opere, riferimenti o parole straniere o particolari, il neretto aiuta a sottolineare i concetti chiave e a velocizzare la “scannerizzazione” delle righe (abusare di questi stili dà però l’effetto contrario perché l’evidenziazione in questo caso annulla la sua efficacia). Organizzare graficamente un testo significa anche pensare non solo alle righe che riempiamo ma anche agli spazi che lasciamo vuoti: i margini bianchi, le righe saltate, la distanza fra un paragrafo e un altro aiutano a dare ariosità e pulizia al nostro testo. Il lettore in questo modo è aiutato a scegliere con più agio i punti da leggere e non è sopraffatto dalla quantità d’informazioni.