Rachel Clapp Miller, Vice Presidente, Marketing and Content @Ascender by Force Management, Alex Moore e Ryan Burkett, Senior Partner @Stratagon sono i protagonisti dello speech INBOUND22 “Do The Right Thing, Not All The Things”.
Come capire come comportarsi in un mercato sempre più digital e alla ricerca spasmodica di lead di qualità?
Come capire quale strategia mettere in atto per ottenere un’azione sinergica tra i vari team?
Come individuare la giusta Value Proposition, in grado di renderci davvero unici?
Queste sono solo alcune delle domande che si pongono gli speaker, in uno scambio avvincente e mai banale. Idee contrastanti, ma anche punti di contatto, in un mix esplosivo di pragmatismo e disruptive thinking.
I mille volti del marketing strategico
Il dibattito si articola in modo inusuale. Rachel Clapp Miller, moderatrice dell’incontro, presenta due scenari diametralmente opposti. Alex Moore e Ryan Burkett si confrontano, presentando approcci strategici talvolta allineati, talvolta distanti.
#1 SCENARIO
Immaginiamo di avere un’azienda mid-market B2B legata al mondo dei servizi. È nuova nel settore, ma le sue basi sono solide. Quello che le manca è una buona brand awareness, oltre a dei lead di qualità. Come affrontare questa sfida?
Ryan, per risolvere efficacemente questa situazione, propone una strategia chirurgica, focalizzata sulla conoscenza e definizione di Buyer Personas dettagliate. È convinto che non si debba lasciare nulla al caso. Infatti, il successo di una qualsiasi azione di Marketing si basa sulla speed to lead e sulla brand awareness.
D’altro canto, Alex punta tutto su un broad approach. Cerca di non limitarsi e di avere una visione più ampia del mercato e dei prospects che potrebbero avvicinarsi al business in questione.
Chi dice che non si possano comprendere i bisogni del target prendendo in considerazione più canali e più strategie? Being broad significa proprio riuscire a identificare l’audience giusta al momento giusto.
#2 SCENARIO
Immaginiamo di avere un’azienda in ambito produttivo ben affermata, con migliaia di clienti e partner. Per poter fare la differenza, la strategia migliore è quella Go-To-Market. Inoltre, bisogna puntare sulla comunicazione per far crescere il database. Come? Grazie ai partner media. Ma siamo sicuri che sia il giusto approccio?
In questo caso, Alex e Ryan sembrano essere d’accordo. Che la strategia sia broad o target, i lead (e come il Team Sales li gestisce) possono davvero fare la differenza. Solo così potremo trasformarli in lead caldi, di qualità e pronti a convertire effettuando un acquisto, in uno scambio continuo e reciproco.
Una dinamica do ut des fondamentale per la sopravvivenza del Marketing strategico e il mantenimento della relazione tra cliente e azienda. Un circolo virtuoso che permette di fidelizzare il target e renderlo, ogni giorno, parte integrante del nostro business.
Un altro tema che emerge dal dibattito è quello della sperimentazione. Provare nuovi canali e ampliare il target. Testare, verificare, conoscere. Solo così potremo ottenere una progressione effettiva e far crescere il nostro database in modo consapevole.
In conclusione…
Il marketing strategico non è una scienza esatta.
È scoperta, empatia, coraggio e dedizione. Un viaggio che non si ferma mai, anche quando si giunge a destinazione.
In un mondo che evolve ogni giorno, con un background digitale e innovazioni in ogni dove, non si può lasciare nulla di intentato. Possiamo solo dedicarci con passione alla crescita e al consolidamento del nostro business.
Non facciamoci intimorire dal rischio e dall’errore. Non facciamoci paralizzare da una visione poco lungimirante. Impariamo a sognare con i piedi ben piantati per terra e gli occhi spalancati, fissi verso un futuro che non è poi così lontano.