Da quando è comparsa sulle scene, l’ottimizzazione dei motori di ricerca (SEO) si è evoluta di giorno in giorno, obbligando gli addetti ai lavori a continui aggiornamenti circa le nuove strategie e i nuovi strumenti a disposizione. Tuttvia, c’è qualcosa che è rimasto costante: le parole chiave (o keywords); o meglio, a rimanere immutato è il bisogno delle parole chiave, mentre la loro implementazione ha subito alcune modifiche. Nel post di oggi illustriamo i passaggi necessari per stabilire una strategia che vi aiuti a individuare velocemente la lista di parole chiave che desiderate.
Tanto per iniziare, pensate a circa 5-10 tra gli argomenti che ritenete più importanti e che volete che appaiano tra i risultati di ricerca; questi vi guideranno nell’individuazione e categorizzazione delle parole chiave più specifiche.
Si tratta fondamentalmente dei temi di cui vi occupate sul blog e di cui parlate più spesso con i vostri clienti. Per esempio, qui a Redattiva, l’elenco dei key topics include l’inbound marketing, il SEO, i social media, ecc.
È ora il momento di inserire sotto le etichette scelte alcune parole chiave. Più precisamente, parliamo di sintagmi che gli utenti utilizzeranno su Google e che compariranno all’interno delle SERP (pagine dei risultati di ricerca).
Per esempio, prendiamo un tema trattato in passato sul blog di Redattiva: l’A/B test delle pagine web. Per scegliere le parole chiave legate a questo argomento, devo immaginare i sintagmi che un utente potrebbe digitare nella barra di ricerca. Alcuni potrebbero essere:
Prima di tutto, chiariamo la distinzione tra i due termini: le short-tail sono, come si può intuire, sintagmi brevi, cioè una o due parole al massimo; mentre le long-tail sono sintagmi che contengono tre o più parole.
È importante disporre di parole chiave appartenenti a entrambi i gruppi, in modo da assicurarsi una strategia ben bilanciata: generalmente, infatti, le keyword appartenenti al primo tipo sono molto più difficili da indicizzare, in quanto soffrono un maggiore livello di concorrenza; mentre le parole chiave “a coda lunga” ottengono risultati più desiderabili. Perché? Perché un utente che vi raggiunge dopo aver effettuato una ricerca specifica è sicuramente più qualificato e più probabilmente interessato a ciò che state proponendo.
Ora che disponete di una buona miscela di parole chiave, potete procedere con una scrematura a livello qualitativo. Esiste sul mercato un’infinità di strumenti che vi possono aiutare in questa attività; tra i migliori, senza dubbio, troviamo Keyword Planner e Google Trends.
Precedentemente noto come Keyword Tool, questo strumento vi permette di ottenere delle stime sui volumi di ricerca e di traffico che otterreste utilizzando un determinato set di parole chiave da voi selezionate.
Utilizzate il Keyword Planner per individuare tra le vostre keyword quelle per cui viene stimato un volume di ricerca troppo ridotto o troppo elevato. Ma non eliminatele subito. Verificate prima con Google Trends la possibilità che queste si riprendano in futuro e valutate dunque la possibilità di effettuare un investimento attualmente poco fruttuoso, ma che potrebbe rivelarsi vincente domani.