Nella nostra esperienza d’agenzia ci siamo sempre più resi conto che i nostri utenti, semplici contatti o clienti che siano, si possono dividere in due macro categorie, che noi amiamo paragonare a due classi riconducibili al mondo animale: quelli più fidelizzati, paragonabili ai cavalli da scuderia, e quelli più sconosciuti, paragonabili agli stalloni.
I primi sono "mansueti", dal momento che loro ci conoscono (e apprezzano) e noi ne conosciamo le abitudini d'acquisto, mentre dei secondi possediamo poche informazioni che non ci danno alcuna sicurezza sul loro buying journey, lo stesso che è difficilmente pianificabile dall'azienda.
Un discorso di questo tipo ha ancor più senso se si parla di ecommerce e del processo di acquisto di quegli stessi utenti sul nostro portale.
Come mai questo paragone equino? Focalizziamoci sulla seconda categoria: gli sconosciuti, che arrivano sul nostro portale per la prima volta o che non ci conoscono così bene, sono meno disposti a farsi dire cosa devono fare. Il loro buyer’s journey è difficilmente prevedibile e sono i primi ad abbandonare il carrello in fase di acquisto.
In quest’ultimo caso un bravo marketer deve essere anche un bravo gaucho, lo stesso che cerca di riprendere al lazo l’utente che scappa. Come? Per esempio con strategie a pagamento come il remarketing, o con strategie organiche come la marketing automation. E' dunque possibile raggiungere un utente con un’email che veicoli un contenuto interessante o con un'offerta che sia sufficientemente accattivante per le sue necessità, che abbia cioè lo scopo di riaccompagnare l’utente sulla retta via e fargli chiudere l’acquisto. Nel nostro video, Veronica e Giulia ti svelano qualche trucco per recuperare i carrelli abbandonati, e per riuscire a gestire nel miglior modo possibile i "cavalli imbizzarriti".
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