Chi ha seguito l’evento INBOUND22 sa che il tema centrale introdotto da Yamini Rangan, CEO @HubSpot, è stato “Community”.
In effetti, quest’anno sia gli eventi digitali che quelli in-person ci hanno dato tantissime occasioni per ampliare il nostro network, conoscere persone nuove e anche imparare come migliorare la relazione tra il cliente ed il consumatore finale.
Parlando dei diversi canali utilizzati dalle aziende per comunicare con i propri clienti, l’Email marketing rimane sempre uno dei canali principali. Uno degli speech a parlare proprio di questo è stato “Email Marketing Tips: Do This, Not That” di Jay Schwedelson, il founder di SubjectLine.com & CEO Outcome Media.
Jay ha sottolineato il fatto che in questa era di disconnessione dobbiamo lavorare sempre di più sulla costruzione di una connessione, di una relazione duratura con i nostri clienti. Come farlo? I tool di Email marketing possono rivelarsi essenziali. Infatti, quando il cliente è contento della sua esperienza con il brand è anche più felice nel momento della conversione. E come possiamo dargli torto?
Vi raccontiamo subito quali sono i migliori takeaways e best tips che ci ha svelato Jay.
La forza degli User Generated Content (UGC)
Ricordiamo sempre il modello del Flywheel che ci insegna ad utilizzare la soddisfazione dei clienti come motore principale della crescita aziendale. In genere gli User Generated Contents vengono utilizzati per creare Landing Page (quando l’utente è vicino alla conversione), ma Jay propone di sfruttare questo strumento anche nelle mail inserendo recensioni, ratings e testimonianze dei clienti vicino alla Call-to-action nella mail. Questo piccolo trucco può aumentare il CTR fino al 30%.
Ogni marketer sa che prima di trovare la quadra del messaggio ideale, i contenuti passano tantissimi test nei quali viene verificata la migliore performance di oggetto, preview text e titolo della mail. Jay ci ha condiviso la sua esperienza e le sue scoperte:
Tutti noi riceviamo tantissime mail e newsletter ogni settimana e più la mail è noiosa meno interesse abbiamo nell’aprirla e di conseguenza nel convertire. Jay suggerisce che le gif animate e le emoji aiutano a rendere la mail meno seria e più divertente. Qui sotto trovate qualche suggerimento con le statistiche.
Pro tip: provate a sfruttare la funzionalità di A/B testing per vedere quale versione funziona meglio per il vostro business.
La segmentazione perfetta è uno dei criteri che influenzano di più gli Open Rate delle email: certo, nessuno vuole ricevere le mail che non sono in linea con il proprio profilo o che erano destinate ad un altro gruppo di persone.
Jay evidenzia 4 segmenti migliori in termini di engagement con le mail:
Tra tutte le categorie, il “Nuovo iscritto” è il gruppo di contatti a cui bisogna dedicare la nostra massima attenzione in quanto le persone non sono ancora diventate clienti e abbiamo una sola chance per non rovinare la prima impressione. Ora che il lead si è iscritto alla newsletter (o altri tipi di subscription) bisogna in qualsiasi modo fargli aprire la prima mail, perché i nuovi iscritti che aprono la prima mail convertono il 225% in più rispetto a chi non la apre.
Per avere quindi successo con questa categoria non bisogna assolutamente scrivere “Grazie per aver scelto noi” o “Grazie per esserti iscritto”. Bisogna sfruttare il momento di iscrizione in cui il nostro lead ha il maggiore interesse nel brand ed offrire uno sconto o un servizio gratuito direttamente nell’oggetto della mail.
Pro tip: il contenuto della mail può essere ancora più accattivante se utilizzate le regole smart basate sul product lead score.
Un altro suggerimento interessante riguarda sempre l’utilizzo del momento della conversione per creare un’altra conversione in quanto quando la persona converte è nel picco di soddisfazione del brand. Jay propone di inserire un’offerta direttamente nella pagina di ringraziamento.
Ecco qui alcune regole da rispettare:
Come vedete, per la creazione delle newsletter (e non delle mail di nurturing!) esistono tantissimi suggerimenti interessanti che possiamo provare e testare, decidendo se sono applicabili nel nostro caso.
Tuttavia dobbiamo sempre tenere a mente la conoscenza dei nostri contatti (partendo dai dati all’interno del CRM) e le particolarità dei business in Italia che, come sappiamo, sono certamente diverse da quelle dei business americani dove i consumatori sono più abituati al marketing pushy e più aggressivo.
Quale suggerimento vi è piaciuto di più?