Avvicinarsi al mondo dei social network dal punto di vista professionale è sempre molto complicato: non tutti hanno le competenze di base necessarie, dato che - per ora - non esistono manuali o corsi universitari. Allora ci si affida un po’ al proprio intuito e un po’ a tutte le informazioni reperibili in rete, il che può rivelarsi spesso un errore.
Intendiamoci, la condivisione di informazioni (su cui poggia il funzionamento stesso di internet e dei social media in particolare) è una manna dal cielo per tutti. Il problema si presenta però quando, appunto perché alle prime armi, si fatica a distinguere le fonti attendibili da quelle che invece non lo sono, commettendo così errori non da poco.
Prendendo in esame Twitter, abbiamo deciso di raccogliere alcuni tra i peggiori consigli disponibili in rete.
Sono in molti a fare questo ragionamento:”se voglio che qualcuno mi segua, lo seguo io per primo. Lui diventerà mio follower giusto per ricambiare. Se dopo qualche tempo smetto di seguirlo, non succede nulla.”
Questo è in realtà un trucchetto un po’ disonesto e soprattutto poco efficace. Non c’è ragione di credere che le persone agganciate in questo modo dimostreranno qualche interesse nelle tue attività, soprattutto se si renderanno conto di essere stati attirati con l’inganno. Evitate i giochetti e concentratevi sulla crescita organica della vostra presenza sul social.
Un’altra brutta idea. Molte persone pensano che il numero di follower sia l’unica cifra che conta, ma non è così. Comprando un pacchetto di finti follower non state in realtà modificando i numeri che contano per davvero, cioè il traffico, i lead e i clienti acquisiti tramite Twitter. La qualità è sempre più importante della quantità.
Gli hashtag sono senza dubbio un ottimo strumento per posizionarvi di fronte al segmento di pubblico corretto. Quindi perché non caricare il vostro tweet con tutti gli hashtag che vi vengono in mente? Meglio di no. Semplicemente perché non funziona così. Una ricerca di Salesforce ha infatti rivelato che i cinguettii accompagnati da uno o due hashtag generano un coinvolgimento del 21% più alto rispetto a quelli con un numero maggiore di hashtag.
Molti si giustificheranno dicendo che è una tecnica che aiuta a rompere il ghiaccio, ma la verità è che si tratta di un messaggio impersonale mandato a tutti indiscriminatamente. E il lettore lo avverte chiaramente. Senza un minimo di personalizzazione, di informazioni specifiche, il vostro messaggio non è altro che Spam.
Ovviamente non avete deciso di aprire un account aziendale tanto per divertimento, ma per far crescere l'azienda. Anche attraverso la promozione su Twitter.
Attenzione però. Il fatto che Twitter sia un buon canale di diffusione dei propri contenuti non significa che debba essere monopolizzato solo dai vostri. Anche gli articoli, le notizie e gli stessi tweet di altre aziende di riferimento del settore dovrebbero essere incluse nella vostra social media strategy. Questo vi renderà senza dubbio più interessanti e meno autocelebrativi agli occhi dei follower.
Ok, è successo a tutti di leggere uno o più dei tanti post online dedicati al giorno della settimana e all'ora del giorno migliore per pubblicare i propri contenuti sui diversi social network. Per quanto attendibili e accurate, le risposte contenuti in questi articoli non devono dettare al 100% la linea della vostra strategia comunicativa.
Questo perché (e in effetti molti post in questione tengono conto di questo aspetto) non esiste una regola generale. Al contrario, ogni caso è a sé e deve essere valutato in quanto tale. Studiate i comportamenti del vostro target specifico e traete le dovute conclusioni. Come fare? Il modo migliore, come in molti altri casi, è l'A/B Test.
Ogni utente di Twitter può trovare sulla propria homepage l'elenco dei Trend Topics del giorno. Alle volte è interessante e divertente vedere cosa sta succedendo nel mondo e cosa viene effettivamente reputato importante dalla comunità online. Il problema qui è che in molti vedono in queste conversazioni una vetrina per il proprio brand.
Una scelta comunque sconveniente, dato che i contenuti di Twitter (conversazioni, hashtag, ricerche) cambiano molto rapidamente, a volte nel giro di un'ora. Molto meglio monitorare l'andamento delle parole chiave connesse ai temi trattati più frequentemente dal proprio target di riferimento.