Oggi, nell’ambiente del marketing online si parla tanto di viralità, cioè quell’insieme di variabili che porta un video pubblicato su internet a essere, per diversi motivi, condiviso in modo spasmodico da migliaia o milioni di utenti, al punto che la sua diffusione rapida e incontrollata può essere paragonata, appunto, a quella di un virus.
Si potrebbe affermare che la viralità stia diventando virale: tutti producono nuovi contenuti video - a volte completamente scollegati dai contenuti della campagna stessa - sperando che attecchiscano nella popolazione del web e si trasformino nel tormentone del momento, sulla falsa riga di hit musicali come Gangnam Style o di episodi esilaranti come il bambino David sotto effetto di anestetici al ritorno dalla visita dentistica. Ma è davvero augurabile? Dipende dalle vostre priorità: volete essere sulla bacheca di tutti o volete creare dei contenuti pensati appositamente in base ai bisogni, desideri e interessi delle vostre buyer persona?
Viralità, in questo caso, non fa rima con qualità; per alcuni non dovrebbero nemmeno fare parte della stessa frase. Se chiedeste ad autori di video diventati virali quale fosse il loro obiettivo al momento delle riprese o della pubblicazione su YouTube, molto probabilmente, la maggior parte di loro vi risponderebbe che volevano semplicemente condividere la cosa con amici e conoscenti e che non avrebbero mai immaginato di fare il giro del mondo.
Se digitate sulla barra di ricerca di Google “Come fare video virali”, vi ritroverete migliaia di risultati che rimandano a blog, guide e tutorial sull’argomento.
Possiamo delineare alcuni degli elementi imprescindibili per un video che punta a diventare viral: deve essere semplice, breve, interessante, capace di emozionare, di divertire, di portare gli spettatori a chiedersi se ciò che stanno guardando sia vero o meno e, ovviamente, deve circolare in rete al momento giusto. In realtà, il punto di partenza è sempre lo stesso: creare contenuti di qualità. Per raggiungere il vostro pubblico, dovete offrire un contenuto notevole; perché gli utenti sono molto più propensi a condividere qualcosa che li interessi davvero piuttosto che un video semplicemente accattivante.
Questo post non ha certo lo scopo di negare il vantaggio che un video virale può rappresentare per la vostra azienda; al contrario, si tratta di un ottimo strumento per attirare orde di visitatori al vostro sito web, il che - non c’è bisogno di dirlo - fa sempre comodo. Ma poi? Una volta esauritosi il clamore iniziale? Si rischia di diventare la hit dell’estate, che a una paio d’anni di distanza qualcuno canticchia ma non riesce proprio a ricordare il nome della band.
Ciò può succedere perché la viralità ha una portata sempre maggiore rispetto al segmento di mercato a cui un’azienda si rivolge. La maggior parte dei visitatori non è per nulla interessata alla vostra azienda o ai prodotti che vendete, ma vuole solo vedere il video tanto discusso, vuole essere parte del buzz. Si tratta chiaramente di un traffico irrilevante, forse addirittura dannoso, per il raggiungimento dei vostri obiettivi.
Molto meglio allora puntare alla produzione di contenuti vari, diversificati, di qualità, da riproporre a più riprese all’interno di una logica strategica a lungo termine. Siate coerenti con il settore in cui operate, infondete la personalità del vostro brand, siate riconoscibili e, possibilmente, strappate un sorriso allo spettatore. Così, saranno quegli utenti che si dimostrano davvero interessati agli argomenti trattati a tornare sul vostro sito in cerca di nuovi materiali e informazioni.
Tornando al parallelismo del mondo musicale, sta a voi scegliere se sfondare con una hit da spiaggia e poi cadere nel dimenticatoio o diventare delle vere rockstar.