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Quanti Tweet al Giorno?

Scritto da Delmonte | 4 marzo 2014

Un dubbio che assilla la maggior parte delle persone che hanno fatto da poco tempo il loro ingresso nel mondo di Twitter riguarda la frequenza con cui, appunto, twittare i propri pensieri. Così come all’inizio di una relazione sentimentale ci si interroga su quanto sia doveroso aspettare prima di richiamare il/la possibile partner per timore di risultare appiccicosi e asfissianti, allo stesso modo sulla piattaforma social i nuovi iscritti valutano se limitare o meno la propria presenza.

In realtà, il tema del numero di tweet giornalieri non riguarda solo i novizi; anzi, ha generato molte discussioni tra gli esperti di social media e digital marketing. Il risultato è che non esiste una risposta univoca, ma soltanto alcune opinioni discordanti.

Da un lato troviamo infatti chi sostiene l’importanza della “discrezione”, cioè dell’attenzione a non diventare troppo invadenti e finire con l’annoiare i propri follower o gli altri partecipanti a una discussione. Tale posizione si basa sull’idea che, prima di tutto, la qualità ottiene sempre migliori risulati rispetto alla quantità.

Dall’altro lato, invece, si ritiene che il rapporto tra qualità e misurazione della presenza in rete sia totalmente scollegato dal successo che un tweet può ottenere in termini di retweet e CTR. Questo perché la natura stessa di Twitter, improntata alla rapidità e all’aggiornamento costante, comporta un’inevitabile mancanza di memoria storica della piattaforma. Basti pensare che sono 2.200 i nuovi tweet al secondo e 1.6 miliardi di ricerche al giorno. È molto difficile, infatti, che un utente vada a ripescare un tweet letto alcune ore prima; generalmente, si tende a leggere solo ciò che viene postato in tempo reale.

Ma torniamo al nostro dubbio iniziale: qual è il giusto numero di tweet quotidiani? Al di là delle opinioni basate su esperienze personali, alcuni analisti hanno provata a individuare la misura corretta. Vediamone rapidamente alcuni.

Sara Miller, sul blog di Adobe, ha condotto una ricerca secondo la quale il giusto numero di tweet al giorno, come si può vedere dal grafico, dovrebbe essere 4, in quanto tale ammontare genera il numero più alto di retweet. Curiosamente, twittare poco (1 tweet al giorno) o twittare molto (7-8 tweet al giorno) porta quasi allo stesso risulato, sebbene l’abbondanza sembri comunque relativamente vantaggiosa.

 

 

Numeri in disaccordo con quelli individuati da Dan Zarrella di Hubspot. Secondo le sue stime, gli utenti che ottengono le percentuali più alte di retweet sono coloro che postano mediamente tra 10 e le 50 volte al giorno. La curva dei risultati rivela il suo picco in corrispondenza del numero 22. Un po’ diverso il discorso per i tweet il cui obiettivo non è tanto quello di essere condiviso da parte di altri utenti, ma rimandare a un sito tramite link. In questo caso il tasso di click-through cala inesorabilmente una volta superati i 9 tweet giornalieri.

Di fronte a dati così discordanti tra loro, Jade Furubayashi ha condotto un esperimento in prima persona e ne ha pubblicato i risultati, ottenuti con Google Analytics e Simply Measured Account Report, sul blog di Simply Measured.

L’idea consiste nel testare nell’arco dei mesi di dicembre e gennaio due frequenze di attività su Twitter diverse e alternate: una settimana ogni 15 e minuti e l’altra ogni 30 minuti. Per quanto riguarda il numero di visite al sito, la prima opzione ha ottenuto un aumento pari a 31 punti percentuale e un engagement (coinvolgimento degli utenti) del 89%.

 

 

Prendendo in esame i singoli post, emerge un dato curioso. Contrariamente a chi pensa che pubblicando a ritmi più serrati, ogni post godrà inevitabilmente di un livello di attenzione minore da parte dei lettori, vediamo che il livello di coinvolgimento per ogni tweet rimane in entrambi i casi pressoché invariato. Anzi, si nota un leggero aumento (1,4%) nelle settimane che vedono un aggiornamento ogni 15 minuti.

 

 

Quindi? La quantità vince sulla qualità? Troppo non è mai troppo ed è meglio twittare il più possibile? No, perché ciò che vale per qualcuno può non valere per qualcun’altro. Come sottolinea l’autore della ricerca: “Una cosa che non dovreste fare dopo aver letto questo post è twittare automaticamente di più. Solo perché ha funzionato per me, non significa necessariamente che funzioni per voi. Ogni pubblico risponde in maniera differente. Fatelo voi il test!”