Quanti di voi periodicamente ricevono ancora a domicilio il tomo delle Pagine Gialle? L’elenco di numeri e indirizzi delle imprese, una volta fonte indispensabile di informazioni per ogni servizio di cui potessimo avere bisogno, dalla pizzeria a domicilio al tecnico delle caldaie. Già, una volta. Nemmeno tu ricordi l’ultima volta che hai dovuto ricorrere a questo strumento per risalire a un numero telefonico, ormai da anni la maggior parte della gente si affida ai superpoteri di internet.
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In realtà, mentre ci accorgiamo del passaggio dalla ricerca prestampata a quella online, ci troviamo già nel bel mezzo di un’ulteriore evoluzione, questa volta legata alla proliferazione e alla contaminazione dei social network nella vita quotidiana. In effetti, la ricerca di informazioni relative ad attività ed imprese locali si sta spostando, soprattutto tra i più giovani nati sotto il segno di Google, sulle piattaforme social.
Uno studio sull’argomento condotto da Crowdspring rivela che esattamente la metà dei titolari di piccole imprese una volta intervistati dichiara di aver guadagnato nuovi clienti tramite i social media, specialmente Facebook e LinkedIn. Se questo non bastasse, Nielsen ricorda che il 46% degli utenti online di tutto il mondo si avvale dei social network per decidere se procedere con un determinato acquisto.
Se pensate che si tratti semplicemente di un cambiamento di abitudini dettato dalla comodità ma che in sostanza non ci sia differenza, vi sbagliate. Prendiamo per esempio Graph Search, il motore di ricerca di Facebook (non ancora disponibile in Italia) che interagisce con le informazioni proprie del social network: in questo caso l’esperienza di ricerca è del tutto differente da quella tipica di Google o Bing, in quanto permette di inserire nella barra richieste del tipo “pizzerie a Milano che piacciono ai miei amici.”
Già si capisce il vantaggio di poter scegliere un prodotto o un servizio non tanto in base alle recensioni di sconosciuti, ma in base ai consigli di amici fidati e affidabili; idea confermata da un report di Morpace Omnibus, secondo cui un sorprendente 68% degli utenti di Facebook ritiene un determinato acquisto più probabile se consigliato da una persona amica sul social.
Anche Twitter ha promosso la ricerca locale a priorità introducendo le card per la generazione di lead. Questo strumento permette alle aziende di creare delle offerte promozionali che, una volta che un utente clicca sul tweet, questo si espande e mostra il contenuto dell’offerta stessa. Esistono 7 tipi diversi di card, le quali proporranno rispettivamente nuovi contenuti, immagini, gallerie, o altri formati multimediali.
La ragione alla base di questo comportamento sta ovviamente nel fatto che io utente so benissimo che un motore di ricerca come Google mi propone una lista di risultati basata su delle parole chiave e altre regole dettate dal SEO; l’opinione di amici e conoscenti non ha il minimo peso. Al contrario, ogni ricerca effettuata sui vari social media trasforma ogni “Mi Piace”, retweet e “+1” in un consiglio credibile, e ogni commento in una vera e propria recensione.
Questa ennesima evoluzione, considerata l’importanza di ogni forma di apprezzamento, potrebbe essere definita una gara di popolarità. Allora sono molti gli elementi di cui tenere conto per riuscire a raccogliere più like e commenti possibile: post aggiornati e accattivanti, una galleria di immagini che attirino l’occhio dell’utente, card promozionali e offerte di carattere locale, oltre ovviamente a una nutrita base di fan e follower. Senza dimenticare, chiaramente, uno spazio dedicato alle informazioni più importanti, come i dati di contatto, l’indirizzo fisico e un link che rimandi al sito web, che rimane comunque il vero portale d’accesso di ogni impresa.
Sebbene i motori di ricerca non abbiano certo fatto la fine delle pagine gialle, i social network si stanno rapidamente convertendo nel nuovo mezzo primario per il reperimento di informazioni. Attualmente, ci troviamo di fronte a un testa a testa per scoprire di più su di un’azienda: 57% l’uso dei motori di ricerca, 52% quello dei social network; pertanto, sarà interesse di ogni impresa ripartire secondo queste proporzioni le energie per farsi trovare dai propri clienti.